Dal 1° gennaio scorso aumentano dell’0,8 per cento, per effetto dell’aumento del costo della vita, le indennità economiche che l’INPS riconosce ai lavoratori dipendenti affetti da malattie tubercolari.
Lo comunica l’INPS con propria circolare n° 2 del 10 gennaio 20205 in applicazione del decreto 15 novembre 2024 del Ministro dell’Economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali.
Fino a qualche anno fa, questo morbo, che aveva mietuto tante vittime in passato e che nel ricordo di tutti è legato ai colpi di tosse della “signora delle camelie – La traviata –“ di verdiana memoria, sembrava ormai completamente debellato.
Purtroppo, invece, negli ultimi tempi si è avuta una recrudescenza di questa malattia e sono ancora migliaia e migliaia i lavoratori che percepiscono dall’INPS le prestazioni economiche previste per la tutela degli ammalati di TBC.
Esse vengono pagate in sostituzione dello stipendio al lavoratore dipendente e ai suoi familiari (coniuge, figli, fratelli, sorelle e genitori) malati di tubercolosi e sono diverse, negli importi, a seconda della situazione in cui si trova l’ammalato.
L’accertamento del rischio assicurativo è effettuato dai medici dell’Inps sulla scorta della documentazione sanitaria trasmessa dall’ospedale, dal sanatorio, dal dispensario antitubercolare, dal medico curante o dallo specialista.
Il diritto all’indennità sorge al verificarsi della malattia.
Nel n° 66 di Previdenza semplice trovate le tabelle.
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